WikiKulture
Advertisement
Copertina2009grande

Come Su Un Solco Di Morrison Hotel, prima edizione 2009.

Il protagonista del racconto è Cristiano, un ventottenne lucano che frequenta a Napoli l’ultimo anno di Lettere Moderne e che, con la laurea, sta come dicendo addio a tutto un pezzo di passato (in odore di rock, whiskey e catrame) che mai più si presenterà o, che se lo farà, avrà l’aria sobria delle notti autunnali.

Da molti anni sta con Alice, violinista quasi freak iscritta al terzo anno di Conservatorio, con la quale condividono anche la stanza dell’appartamento napoletano.

Nella corrispondenza con il suo amico di sempre - Giovanni, fratello maggiore di Alice - e tra le pagine del suo blog si evolve e risolve l’intero racconto.

Cristiano e Alice un giorno conoscono Piero, un giovane musicista scapigliato - anche lui violinista - che sembra uscito dalla fantasia di Tim Burton; insieme agli altri compagni di casa formano una band dal nome un po’ tamarro: la Piero&AliceRockBand.

Dopo qualche tempo Cristiano si accorge che la strana amicizia nata tra Alice e Piero si fa sempre più confidenziale fino a scoprirsi palesemente geloso e turbato da certe loro lunghe chiacchierate che nella contorta fantasia dello studente lucano assumono le sembianze di quei complotti da scuola media che mi facevano tanta paura perché occulti come le storie dei fantasmi.

Per questo motivo un giorno litiga con Alice che, di buon mattino, va via di casa.

E ora?

Estratto dal testo[]

Restammo a guardare il soffitto per non so quanto tempo e ricordo che, contemplando le stelle fosforescenti che avevamo appiccicato, ti pensai. Non sai quanto ti pensai. La voce di Piero interruppe la quiete che si era venuta a creare. “Mi faccio d’ero, Alice”. Lì per lì non capii il significato delle sue parole e allora cominciai a scansionare nella mia mente quella frase, lettera per lettera e, solo dopo aver ricucito insieme il tutto, mi resi veramente conto di cosa Piero mi avesse detto, anzi, a quel punto, confessato. Restai allibita, senza parole, come smarrita. “Sono solo tre mesi ma mi sento come un tossico da sempre”. Rimasi a guardare le stelle sperando profondamente che qualcuna si staccasse dal soffitto per poter esprimere un desiderio.

Voci correlate[]

Advertisement